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The urban landscape, scenery of our daily lives, was born by inserting itself on the natural landscape with a perennial transformation rarely interrupted, the only exception being the eco-monsters pulled down. Due to a fierce bureaucracy, eco-monsters often remain standing for years, or decades, before their physical "death". This photographic reinterpretation of the landscape takes place with a distortion of the chromatic rules: not a comfortable black and white, but an absurd chromaticism that tells a place that never existed and that now no longer exists. A wounded territory that engulfs its monsters.
Il paesaggio urbano, scenario delle nostre vite quotidiane, nasce inserendosi sul paesaggio naturale con una perenne trasformazione raramente interrotta, unica eccezione gli eco-mostri abbattuti. A causa di una feroce burocrazia gli eco-mostri rimangono spesso in piedi per anni, o decenni, prima della loro “morte” fisica. Questa reinterpretazione fotografica del paesaggio avviene con uno stravolgimento delle regole cromatiche: non un confortevole bianco e nero, ma un assurdo cromatismo che racconta un luogo che non è mai esistito e che ora non esiste più. Un territorio ferito che fagocita i suoi mostri.